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LA VENTIQUATTRESIMA EDIZIONE

LA DATA 7-8 Settembre
IL PERCORSO Gargnano - Sirmione - Gargnano - Torbole - Gargnano
I CONCORRENTI: 182 partiti, 33 arrivati
IL VINCITORE: Cassipea - Oscar Tondi - Fraglia Vela Desenzano.
LA VICENDA: Questa è storia di ieri. Per raccontarla non la riscrivo. La ripeto come l’ho detta nel telefono, quando il colpo di cannone ha salutato l’ultimo arrivato, per il mio giornale: Ha vinto Cassiopea e non esistono aggettivi per definire questa affermazione che ha coronato una Centomiglia che è stata drammatica e che ha sfiorato anche la tragedia alla quale, in un certo momento, è sembrato di dover guardare senza poter fare assolutamente nulla.
Cassiopea, la barca più barca, progettata da quell’uomo sconcertante che è Daniele Buizza, un autodidatta che pensa carene alle quali non resistono quelle dei più grandi architetti che nel campo si conoscano, ha fatto il vuoto conquistando la sua terza affermazione consecutiva in questa regata, affermazione colta in condizioni ancora diverse rispetto a quelle nelle quali vennero colte le due che l’hanno preceduta.

La sua gente, la gente di Cassiopea, cioè Oscar Tonoli, Franco Nocivelli, Giuseppe Minelli, il Santino di Gargnano, Aldo Alessi e un nuovo elemento Sergio Costa aggiunto per l’occasione, è stata protagonista di una regata incredibile.
Partiti alle 00.01 di oggi da Gargnano, hanno impiegato un’ora e 23 minuti per raggiungere, in terza posizione, la boa di Sirmione sulla quale sono stati preceduti dall’imbarcazione del tedesco Hoess e dal Ginny di Rudy Magg.
Hanno risalito il lago sconvolto dalla furia del vento e dell’acqua, transitando da Gargnano alle 05.15, dopo aver cercato di portare aiuto all’equipaggio di una star che era affondata e che è stato poi tratto in salvo da altri, loro, non riuscendo più a manovrare e quindi rischiando a loro volta di perdersi.

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Il soling di Daniele Bottin

Intorno alle 09.20 giravano la boa di Torbole; intorno alle 10.20 piombavano sul traguardo di Gargnano offrendo alla folla un fantastico spettacolo di potenza, eleganza e velocità.
Quanti applausi, quanti abbracci, quante strette di mano. Un’impresa davvero eccezionale e stupenda, che solo Cassiopea poteva permettersi così accontentando tutti con questa terza vittoria.
Delle tre affermazioni la prima venne colta in condizioni normali di vento e di lago; la seconda a conclusione di una regata disperante per calma di venti e di acque; la terza in condizioni di uragano. Tutto questo cancella ogni dubbio: un equipaggio perfetto ha esaltato una barca che Buizza ha pensato e disegnata perfetta, cioè capace di un rendimento eccezionale in qualsiasi condizione. e a motivo di ciò che Cassiopea non ha problemi né di barometro né di percorso, e a motivo di ciò che Cassiopea è un " mostro ". Solo per questo, non perché ha una certa lunghezza o un certo costo. Infatti, molti di quelli che le hanno buscate, con svantaggi da fantascienza, sono più lunghi e costano di più. Gloria dunque a Cassiopea ancora e sempre regina alla Centomiglia.
Prima che si dica degli altri che, ancorché battuti, hanno grandemente meritato, degli altri ancora che non potendo offrirsi al confronto con i mostri si sono battuti nelle loro classi, bisogna dire di questa Centomiglia, delle vicende che l’hanno caratterizzata, delle drammatiche fasi, della tragedia per fortuna solo sfiorata.
La vicenda aveva avuto avvio sotto la pioggia. Una notte nerissima con un cielo graffiato da lampi lontani, per uno start grandioso che ha avuto, ciò nonostante, una platea fantastica.
Si è andati via verso il basso lago con un vento che non era particolare. Noi dietro a loro, sulla gloriosa Tordella di Bottini, intuendo la regata, ma soprattutto ascoltandola via radio in collegamento diretto.
Cassiopea e i tedeschi erano andati via a tutte vele, quasi volando, addirittura impensierendo i motori che faticavano a reggere il passo. Improvvisamente la radio ci dice che Hoess vira a Sirmione e perde l’albero, che lo segue Rudy Magg, che c’è con loro Cassiopea. Poi la voce si fa concitata e parla di una forza di vento che cresce a dismisura, di onde che si abbattono sulla postazione, di un lago che i motoscafi non riescono a reggere. Ce ne accorgiamo anche noi che tentiamo con fortuna il " ridosso " cosi che spettatori ed ascoltatori restiamo solo ascoltatori. La radio parla di ritiri, di alberi rotti, di barche che muoiono sugli scogli, del battello della Navigarda che è riuscito a guadagnare il porto di Garda e non può uscire. Continuano a correre messaggi drammatici, mentre una macchina ci riporta a Gargnano.

Sul basso lago è l’inferno mentre il vento da Nord spazza il Garda con violenza e lievita l’acqua a livelli di onda impensati. Il basso lago cancella dalla scena soling, 5.50 e star, disperde la grande flotta e della vicenda della regata fa tanti piccoli singoli episodi.
Alla piazza di Bogliaco arrivano da terra i primi ritirati. Non nascondono di aver conosciuto la paura, fanno temere che ci sia anche un prezzo di vita. Fortunatamente era solo impressione nata da ottiche deformate comprensibile.
Il lago pare tornare alla calma, brillano di nuovo le luci della costa e pare vuoto di barche. Qualcuno è riuscito a risalire? Finalmente si intuiscono le luci di via di una barca. I suoi contorni, incerti nel buio, sono ravvivati da tre razzi rossi sparati in sequenza. Un motoscafo le va incontro condotto dai Feltrinelli.
Cassiopea, sollecita aiuto per quelli che ha visto affondare invano tentandone il ricupero, poi va, nella notte, a risalire il lago.
Alle sue spalle il vuoto che dura qualche tempo. Poi si avvistano gli altri, quelli che sono rimasti: dunque la Centomiglia vive.
Torbole ore 09.20 con il Cassiopea che vira nella gran forza del Peler su un lago che spuma, ma che si inchina al suo spinnaker tricolore. Gli altri nell’ordine sono: il meraviglioso Morgan di Taddei, il trias Ora del fantastico Fritz Geis, il quartas di Rudy Magg con il quale è Piero Barziza, il III classe di Buizza con i Magrograssi e Puntin, Filippini, Bonaspetti e Apollonio con il Falcone, l'Elea di Biondi, il vecchio leone Soriani che sta davanti al grande rivale Dubbini al timone del Passatore, Moschioni, il Piccolo Gufo di Grasselli, Lipi, l’Alpa 11,50 di Nava che è condotta da Bruno Fezzardi, Luisa, la crociera A del sorprendente Tazio Silvestrelli, Inguila III del verbanese Pelli Cmi, la Sciacchetrà Show del verbanese Cattaneo, due altri VI classe, il Follow Mee di Orsenigo, ed il Chiara Lucia di Bazzocchi, lo scampi di Dall’Agnola, il Passatore dei bravi Loda e Formenton, Gipsy di Ravasio, ancora i VI classe di Sbarbori, Crivellari e Castellini, il gloriosissimo Luna di Morani, Elda di Borsani, il Peler di Emilio Bazoli, la piccola crociera del cremasco Freri, il trias di Busin, il Shaula di De Colle, il Piranha di Rosa, Caesar I del sorprendente Perani e Yvonne di Dieter.

Poi gli arrivi. All’ora di cui si è detto Cassiopea, da dopo mezzogiorno Taddei, Rudy Magg, Geis, Magrograssi, Biondi, Filippini, Soriani, Dubbini, Moschioni, Grasselli, Fezzardi e tutti gli altri rimasti in gara.

La sintesi sta nella conferma delle barche di Buizza, del Morgan e del quartas, nonché dei V classe I.O.R. Hanno sorpreso i VI classe per come sono ben usciti dall’uragano. Hanno deluso barche classiche come i soling ed i 5.50.

Nelle singole classi questi i vincitori in tempo reale: III I.O.R.: Morgan di Taddei; V I.O.R.: Cicci VII di Soriani; VI I.O.R.: Baffo Bianco di Moschioni; crociera A: Luisa di Silvestrelli; crociera B: Peler di Bazoli; crociera C: White Shark di Puntin e Magrograssi; libera: Cassiopea di Nocivelli; Trias: Ora di Geis.

La ventiquattresima è stata una Centomiglia cosi raccontata come possibile: ha vinto Cassiopea, ha dominato, ha stupito, è stata incredibile solo a chi non le ha mai creduto, è una gran barca, una gran regina, per una grandissima regata che è figlia del Circolo Vela Gargnano. E, ripeto, sono stati bravissimi tutti, quelli che hanno concluso e quelli che non hanno voluto concludere per sportività come il lignanese Marcotto, timoniere del Surriento, l’unico soling venuto su dal basso lago e fermatosi a Gargnano solo per aver dichiarato a Sirmione il suo ritiro; quelli che hanno salvato quanti erano da salvare; quelli che hanno fatto di tutto perché vincesse lo spirito di questo grandissimo show della vela.

LA VENTICINQUESIMA EDIZIONE

LA DATA
Settembre 1975
IL PERCORSO
Gargnano - Campione – Torbole – Gargnano – Sirmione – Gargnano.
CONCORRENTI
210 partiti , 160 arrivati
IL VINCITORE
Cassiopea con Oscar Tonoli della Fraglia Vela Desenzano
LE VICENDE

La Centomiglia ha compiuto venticinque anni. Li ha celebrati senza senza trionfalismi, a splendidi livelli di partecipazione. Come da tradizione se ne ripete ora, con le parole, la vicenda secondo una formula che vorrebbe essere diversa, per sintesi, da un lato, analiticamente dall’altro con riferimento a quanto è stato ed alla classiflca di ogni singola classe.
LA SINTESI
"Cassiopea" di Tonoli, Nocivelli, Minelli, Maffei, Alessi e Maggi ha messo per la quarta volta consecutiva il suo nome nel libro d’oro della regata. Una vittoria sofferta, drammatica per certi aspetti, non desiderata dal pubblico quando accade che a vincere sia sempre uno solo e sempre quello. Poi gli italiani protagonisti di primo piano con tedeschi ed austriaci a fare straordinariamente da comprimari. Ancora una Centomiglia con tempo abbastanza regolare salvo qualche momento senza aria qualche altro momento con un poco d’aria di troppo.

 

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Cassiopea vincitrice della 25° edizione della Centomiglia

Una buona, onesta Centomiglia, con una vicenda trilling per quanto riguarda il nome del vincitore che fino ad un miglio dall’arrivo poteva essere alternativamente quello del Falcone di Gino Filippini e Raffaele Bonaspetti o quello del Tucano di Alberto Bonazzi. Erano stati loro i protagonisti, loro che, nella fase centrale e conclusiva della regata, avevano ridotto la "regine del lago" al rango di comprimario così come le barche di Ludescher, Magg ed Hoess. Con loro, i protagonisti, Cassiopea era stata arrancando, soffrendo tutte le andature, incapace di stendersi in quel navigare per il quale Daniele Buizza l’aveva pensata e disegnata ed Ettore Santarelli realizzata, quel navigare che l’ha fatta entrare nella leggenda della Centomiglia.
Perché accadeva? Nessuno ce lo dirà mai; avremo solo supposizioni.

A metà lago, a discendere da Torbole, Cassiopea pareva una creatura ferita, un mito distrutto, un idolo sceso suo malgrado dal piedestallo. Ma che ne sappiamo noi di quel che è scritto nel libro? Noi che presumiamo, noi che enunciamo verità, noi che sapevamo, ma dopo, sempre tutto in anticipo. La sorte della venticinquesima edizione non era affatto compiuta in quella che pure era una clamorosa, incontestabile evidenza.

Filippini e Bonazzi ormai dimentichi dell’avversario che, anche loro come tutti, ritenevano fuori gioco, vanno a darsi battaglia. E Cassiopea? E Tonoli? Variano la geometria del loro bordeggio, in direzione opposta, apparentemente illogica, quasi uno svagare per pudore, per non essere lì a vedersi "fulminare" il successo da un altro. E’ il bordo assurdo, della disperazione o un’eccezionale, formidabile intuizione? Forse non l’una né l’altra cosa, ma è il bordo vincente.

A Gargnano aspettano Filippini: vent’anni con Lievi, venticinque con Filippini sarebbe stata la conferma d’una tradizione. Ma Filippini e il suo Falcone cedono ai Tucano di Bonazzi.
Il gioco è dunque fatto per la barca già gargnanese. No! Clamorosamente, incredibilmente. Cassiopea che era un punto lontano, da lontano arriva, grintosamente, con il passo dei giorni migliori, l’incredibile passo di Cassiopea. Strappa la vittoria a quelli del Tucano come gli strappasse il cuore. Anche alla folla, che poi finisce per applaudire: il "mostro" si era sposato alla sua leggenda in dimensione umana e la sua leggenda è quella della "Centomiglia".

LA VENTISEIESIMA CENTOMIGLIA

LA DATA
4-5 Settembre 1976
IL PERCORSO
Gargnano - Torbole - Gargnano - Sirmione - Gargnano
I CONCORRENTI
185 partiti 126 arrivati

IL VINCITORE
Septembre di Gino Filippini - Circolo vela Gargnano

LA VICENDA
Era la 26° volta della Centomiglia. C’era, in questa regata, un motivo determinante ed era quello di 6attere Cassiopea ancora presente dopo alcune incertezze determinate dal fatto che il suo equipaggio, per tre quarti, era impegnato a Trieste nella selezione italiana per l’HalfTonCup. L’altro motivo era quello rituale che è da sempre nella vicenda della Centomiglia ed è costituito dal confronto fra italiani e tedeschi in un mondo di barche che sfuggono ad ogni regola di rating e sono barche fatte per la velocità pura.

 

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L'equipaggio del Septembre: da sinistra Bonaspetti, Capuccini, Filippini e Vettore

Abattere Cassiopea ci sono riusciti in quattro e sono stati Gino Filippini, velaio in Gargnano, al timone di una barca, Septembre, un Falcone, cioè un progetto di Buizza, quel progetto che ha preceduto quello di Cassiopea. Gli altri tre sono stati il Quartas Gustav Gans 20 di Hans Hoess, l’Argo V di Ludescher e Aspide, il Tucano di Flavio Scala e di Rossari. Per Cassiopea che aveva un Tonoli in precarie condizioni fisiche, c’è stato solo un quinto posto più che onorevole considerando che le prime cinque imbarcazioni sono arrivate sul traguardo nello spazio complessivo di undici minuti.

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A vincere la Centomiglia ed a battere tedeschi e connazionali c e riuscito solo Gino Filippini con l’armatore Raffaele Bonaspetti ed i fedelissimi Capuccini e Vettore. Il nome del gargnanese è comparso dunque nel libro d’oro della Centomiglia come protagonista vincente di una edizione che mai è stata così combattuta, così incerta, così straordinariamente equilibrata nella capacità tecnica dei timonieri e degli equipaggi e nella possibilità tecnica delle singole imbarcazioni.
Le barche non hanno età se il loro armamento e le loro vele sono al passo con i tempi. Progetti di alcuni anni or sono come quello del Falcone, di Argo e di Cassiopea hanno retto brillantemente il confronto con le barche di progettazione rimodernata come il Quartas ed il Tucano, barche anche di costruzione tecnicamente aggiornata. La vicenda della regata non ha mai visto alla ribalta i venti a foiate impetuose che regnano di solito nelle acque interne. Venti medi, dunque, a volte anche stanchi, altre volte ancora leggermente freschi, ma non in misura determinante nè superiore alla norma.
Sindbad. gemello dell’Argo, condotto dallo starista Geis, è stato al comando della regata nella sua fase iniziale tallonato da Cassiopea e da altri grandi. Poi, nel risalire il lago, Gino Filippini, gran maestro di brezze notturne, ha giocato con il suo Faicone l’arma della sorpresa ed è andato a comandare la regata come una lepre inafferrabile anche se, obiettivamente, si poteva dire che nel pacchetto delle prime sei imbarcazioni classificate la sua era quella che aveva le minori possibilità di successo. Questo vuoi dire che un’ottima barca è stata esaltata da uno splendido timoniere e da un altrettanto splendido equipaggio.

Alle sue spalle, dopo Torbole, l’alternativa vicenda della regata vedeva riuniti Gustav Gans, Argo, Aspide e Cassiopea. Queste barche hanno navigato a lungo su uno stesso fronte in una impoppata splendida ed esaltante. Una delle quattro guadagnava pochi metri, un’altra delle quattro rintuzzava l’attacco, le altre due si riportavano sulla stessa linea. Hanno navigato così per gran parte di lago a tutte vele i cui splendidi colori la notte umiliava con la sua oscurità. Alla fine, dei quattro, era Gustav Gans di Hoess che veniva fuori e guadagnava terreno sul Falcone di Filippini per un fenomeno che è sempre nelle regate di lago con vento da Nord. Quando il vento si ritira chi è davanti rallenta sino quasi a fermarsi, chi è dietro sfrutta ancora quello che rimane dei vento e si avvicina drammaticamente a chi, essendo primo e senza vento, non ha che da guardarsi alle spalle temendo il peggio.

Un qualsiasi altro timoniere che non ‘fosse stato Filippini avrebbe forse perso, in quel momento, le possibilità di quell’affermazione che aveva pazientemente costruito per tredici ore di regata. Ha soccorso il velaio di Gargnano quella sua fantsatica e ragionata esperienza che lo ha portato a sfruttare le brezze da terra. Per l’applauso della gente di Gargnano, Villa e Bogliaco, per la coralità di quell’abbraccio che era dovuto al timoniere ed all’equipaggio di casa, se fra i gardesani vogliamo velisticamente collocare anche Raffaele Bonaspetti che è di Maderno, Gino Filippini è venuto a vincere, sulla boa danzante sull’acqua nel gioco di un fascio di luce, la 26° edizione della Centomiglia ‘per soli 35 secondi sul Gustav Gans di Hoess. E sull’acqua 35 secondi non sono come a terra, ma sono qualche cosa di più vicino fra i due che ne sono divisi di quanto l’immaginazione non lasci pensare.

Dietro a loro sono venuti in rapida sequenza gli altri e cioè Ludescher, mai così splendido protagonista come in questa edizione della regata alla quale il suo nome è indissolubilmente legato; Aspide, il Tucano che ha deluso se stesso e molti altri; Cassiopea di Tonoli e Nocivelli, per la prima volta sconfitta dopo quattro edizioni, non più regina, ma entrata in una dimensione umana per aver cercato sportivamente un confronto che sino alla vigilia era tecnicamente sconsigliabile di accettare. Quindi un altro Tucano, quello di Bonazzi, il Blue Falcon di Perlini, protagonista di una positiva regata così come quella dell' 8° classificato, il 5,50 Violetta VII di Alquati. Al 9° posto Sindab di Geis e poi dal 10° in giù il Grand Soleil di Leporati, tutta la svariata tipologia di imbarcazioni che caratterizzano ogni Centomiglia e che hanno caratterizzato anche questa sia dal punto di vista dei partenti sia dal punto di vista dei classificati che sono stati, al traguardo finale, 126.

E’ un piccolo esercito di barche aperto dal Circolo Vela Gargnano con il Falcone di Filippini e chiuso dal Circolo Vela di Gargnano con il vecchio classe C di Comboni.
Non c’è, nella storia della Cento miglia, solo una classifica generale, ma ci sono anche classifiche per singole classi. Mentre quella della libera a bulbo è praticamente assorbita dalla graduatoria assoluta, le altre classifiche di classe sono il risultato di una vicenda nella vicenda e si prestano a considerazioni che sono anche di rilievo tecnico. C’è stata sulla 26°edizione della Centomiglia l’interferenza dell’HafTonCup per quanto riguarda a V IOR.

La VI IOR invece si è offerta ad un riscontro tecnico eccezionale mettendo in risalto le migliori imbarcazioni italiane di questa classe come se la Centomiglia fosse una prova del campionato del Mediterraneo. Poi si è avuto ancora una volta il riscontro di quale significato possa avere per il velista medio la possibilità di regatare al di fuori delle regole di stazza.
In effetti le classi crociera sono, dal punto di vista numerico, la ossatura portante di questa manifestazione.
CLASSE LIBERA A BULBO
ha raccolto 20 imbarcazioni delle quali 7 tedesche ed una austriaca. Ha vinto quello che ha vinto la Centomiglia, cioè Filippini, davanti ai primi nove della classifica assoluta. C’era anche Falk con l’Ethcell 22. Non ha indovinato le andature giuste forse psicologicamente handicappato dalla considerazione di non a vere per mano un cavallo vincente.
CLASSE IOR SUPERIORE
sei imbarcazioni al traguardo dominate dal Grand Soleil di Eccli che ha vinto con largo margine sul Giofra 3° di Albarelli e sul vecchio 5. 11 di Santarelli condotto da Pisa. I grandi battuti sono stati Nerone, un altro Grand Soleil, il Carter 37 di Biondi e Ares Again di Peri.
CLASSE V IOR
il meglio di questa classe era a Trieste in attesa del mondiale. Sula, il Pierrot di Malandra, che non teme confronti con qualunque avversario ed è sempre fedele agli appuntamenti importanti, ha messo la sua prua davanti al Bess di Bolla che era condotto da Albino Fravezzi, un timoniere che nell’ultimo europeo Star ha dimostrato quanto vale. E’ stato splendido il 3° posto dello Scampi di Dall’Agnola. Dopo questi tre lo Sciomachen di Baldini, il Passatore di Morani, lo Show di Iuris, i Comet di Magnanini, Benelli e Donadoni ed il Pierrot di Catanzaro.
CLASSE VI IOR
la sua classifica è il fatto tecnico più saliente della 26° Centomiglia. Lo è per la splendida affermazione del mini ton del francese Patrick Pholipon, una affermazione che in sede di vigilia poteva sembrare impossibile. L’ardito progetto del timoniere di La Rochelle ha invece trovato sui Garda le condizioni ideali per imporsi e, sia pure di un soffio, ha messo sotto eccellenti progetti quali possono essere considerati il 7,20 West di Santarelli, il Charlie Papa i di Cobelli, il Lario Sauro di Cereghini, il Farr 727 di Ballarini e i’Arlecchino di Danesi. La presenza dell’Effraie di Philipon è stata una anticipazione per una classe di imbarcazioni che ha già dato indicativi risultati tecnici e che ha visto già quest’anno la prima edizione dei campionato italiano vinta da Gino Filippini al timone dell’Illimit di Abrami e Cadei.
CLASSI CROCIERA
erano 4 per un complesso di circa 50 imbarcazioni. Hanno visto imporsi il Meteor del giovanissimo Lazzaretto, il Giuli 2° di Pastorelli, West Garda One di Taddei, allora appena varato, e l’Hboat di Nova.
CLASSE 5,50 un revival a tre vinto, fra barche coetanee, da uista di Battiti davanti a PerottaCasini ed a Cavazzocca.
CLASSE SOLING Loris Modena, veronese di Brenzone e gran timoniere quando il ristorante gli concede libera uscita, ha stravinto in questa classe che ha visto classificati Avanzi, Avanzini, e l’ammiraglio Lapanje.
CLASSE TRIAS ha vinto ancora una volta (forse qui a Gargnano si sono stancati di contarle) l’austriaco Sintschnig.
CLASSE STAR è stato un altro revival che però, come ha detto la riunione di Londra, presupponeva un ritorno, quello cioè della Star ad una dimensione olimpica. La vittoria è andata al veronese Mascanzoni con il Bounty 4°

Questa è stata, in sintesi, la 26°Centomiglia, una regata sempre incerta, come sempre affascinante, come sempre inimitabile nella contradditorietà delle sue molte anime che ne creano fascino e suggestione.

 

Continua, 27° edizione anno 1977

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